Paolo Calovi: “La manifestazione deve unirci non dividerci”

“La manifestazione deve unirci non dividerci” questo il pensiero di Paolo Calovi, presidente CIA-Trentino
L’agricoltura al centro:
è fondamentale che l’interesse comune sia la salvaguardia della nostra agricoltura, del nostro territorio, della nostra gente. 
Riportiamo qui l’editoriale del presidente Calovi, pubblicato sulla nostra rivista nel mese di febbraio, sul tema delle attuali manifestazioni degli agricoltori in tutto il Paese.

Il periodo in cui ci troviamo è decisamente complesso con norme sempre più stringenti, remunerazioni in costante contrazione e tensioni sociali in crescita. Se poi consideriamo anche le difficoltà di dialogo con le posizioni più ideologiche che troviamo sia in Europa che a Roma, senza tralasciare Trento, capiamo che il contesto è decisamente effervescente.
In queste situazioni è facile, e in parte comprensibile, che la razionalità non prevalga e ci sia un forte impulso a dare sostanza al malcontento con proteste e manifestazioni.
Sono rivendicazioni che danno forma a ciò che da tempo si cerca di far comprendere nelle diverse occasioni di confronto con le istituzioni e che dimostrano nei fatti, l’impatto effettivo di questa situazione anche sulle aziende agricole.
La spontaneità con cui si sono organizzati questi momenti di protesta, sulla scia delle imponenti manifestazioni europee, evidenziano l’esigenza di ottenere risposte più rapide. Bisogna però tener conto della situazione geopolitica, economico finanziaria, della globalizzazione dei mercati e della conseguente ridotta disponibilità delle risorse. In questo scenario si innestano i maggiori costi di produzione e la conseguente ridotta remunerazione alle aziende creando una situazione di alta tensione. Diventa ancora più strategico nel momento attuale non creare divisioni bensì coesione, per far emergere quei bisogni prioritari che hanno necessità di essere risolti rapidamente. E’ importante quindi la consapevolezza dell’azione e soprattutto che non sia un’occasione di frammentazione, divisione o ancora peggio di condanna di una o dell’altra parte.
Il contesto agricolo europeo è molto variegato sia per territori che per produzioni, con esigenze e bisogni diversi a volte anche contrastanti. A questo si aggiunge la visione di una parte della popolazione e della politica che ha come obiettivo la tutela ideologica dell’ambiente. Ciò richiede, a qualunque livello, una grande opera di mediazione che a volte non viene né percepita né compresa da chi non è direttamente coinvolto in questi processi, ed è facile credere che la soluzione sia a portata di mano. Ma proviamo solo a pensare che fatica facciamo a far capire il peso dei grandi predatori per la popolazione e per l’agricoltura trentina. La decisione sembrerebbe scontata, ma purtroppo non è così, come ognuno di noi può constatare dallo scorrere degli eventi. Dobbiamo quindi ricordarci che, nonostante la nostra volontà ed impegno nel portare le questioni importanti e urgenti del comparto sui tavoli di lavoro e alle istituzioni, non sempre quanto ci si aspetta e si dà per scontato, arriva con i tempi che vorremmo.
La mancanza di risorse crea un taglio anche nelle amministrazioni che si ritrovano in affanno nel dare riscontri, considerato il contemporaneo aumento di norme, il sempre maggior coinvolgimento di tante strutture, non solo locali, ma nazionali e soprattutto europee, situazioni che hanno dilatato notevolmente i già lunghi tempi burocratici.
Questo possibilmente è l’elemento che con l’aiuto di tutti dovremmo migliorare per avere una reale semplificazione che porti ad una significativa riduzione dei tempi di risposta e che permetta la risoluzione più agevole delle criticità.
Fortunatamente siamo in una democrazia e ognuno è libero di esprimere le proprie convinzioni. Forse il rischio maggiore, a cui dobbiamo stare attenti, sta nella strumentalizzazione delle manifestazioni che stiamo vedendo sorgere, che potrebbe offuscare i veri obiettivi della protesta.
E’ fondamentale che l’interesse comune sia la salvaguardia della nostra agricoltura, del nostro territorio, della nostra gente.