Prevenzione della Peste Suina Africana

Il Ministero della Salute italiano (DGSAF) ha diffuso ai Servizi Veterinari indicazioni per prevenire l’introduzione del virus sul territorio nazionale

In seguito alla recente segnalazione di Peste Suina Africana (PSA) in cinghiali selvatici trovati morti in Belgio, il Ministero della Salute italiano (DGSAF) ha diffuso ai Servizi Veterinari indicazioni per prevenire l’introduzione del virus sul territorio nazionale, nonché per la gestione di un’eventuale emergenza.

Il 21 Settembre c.a. ha convocato le organizzazioni agricole per un aggiornamento sulla diffusione del virus nel continente europeo e per discutere sulle azioni da intraprendere.

La PSA è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale e, nonostante sia una forma influenzale altamente virulenta, è innocua per l’uomo. Gli animali sani vengono infettati principalmente tramite contatto con altri infetti, compreso il contatto tra suini, che pascolano all’aperto, e cinghiali selvatici. La circolazione di cinghiali infetti e lo smaltimento illegale di carcasse sono le principali modalità di diffusione della malattia; da non trascurare è anche il “fattore umano”; tutti coloro che transitano da aree in cui la malattia è presente, possono rappresentare veicoli inconsapevoli di trasmissione del virus agli animali attraverso pratiche igieniche o di smaltimento rifiuti alimentari non corrette.

La malattia avanza e si ipotizza possa arrivare in Italia per via naturale, probabilmente dal Friuli Venezia Giulia, è indispensabile quindi intervenire tempestivamente in quanto è impossibile fare previsioni.

Il Ministero ha deciso di divulgare video, poster, volantini, brochure e campagne informative con l’obiettivo di sostenere una serie di comportamenti corretti, sensibilizzare e promuovere le giuste precauzioni da adottare

Di seguito alcune raccomandazioni dell’EFSA :
non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale, quali, ad esempio, carne fresca e carne surgelata, salsicce, prosciutti, lardo, salvo che i prodotti non siano etichettati con bollo sanitario ovale;
– non portare in Italia prodotti a base di carne suina o di cinghiale, freschi o surgelati, salsicce, prosciutti, lardo da Paesi extra-europei;
smaltire i rifiuti alimentari, di qualunque tipologia, in contenitori idonei e non somministrarli per nessuna ragione ai suini domestici;
non lasciare rifiuti alimentari in aree accessibili ai cinghiali;
informare tempestivamente i servizi veterinari il ritrovamento di un cinghiale selvatico morto;
per i cacciatori: pulire e disinfettare le attrezzature, i vestiti, i veicoli e i trofei prima di lasciare l’area di caccia; eviscerare i cinghiali abbattuti solo nelle strutture designate; evitare i contatti con maiali domestici dopo aver cacciato;
–  per gli allevatori: rispettare le norme di biosicurezza, in particolare cambiare abbigliamento e calzature quando si entra o si lascia l’allevamento e scongiurare i contatti anche indiretti con cinghiali o maiali di altri allevamenti; notificare tempestivamente ai servizi veterinari sintomi riferibili alla PSA e episodi di mortalità anomala.

La PSA è uno dei maggiori rischi sanitari che minacciano il comparto suinicolo, con conseguenze economiche devastanti per il settore; le aziende dovrebbero provvedere al sistematico e immediato abbattimento di tutti i suini presenti e al loro smaltimento e ci sarebbero enormi ripercussioni sulle esportazioni di carni e lavorati, che verrebbero bloccate; senza citare l’eventuale preoccupazione dei
consumatori (non correttamente informati) e il conseguente cambio di atteggiamento negli acquisti.

Non va trascurato il ruolo fondamentale che possono giocare i cacciatori per contrastare la diffusione del virus, in quanto un contenimento più efficace del cinghiale rappresenta anche una forma di ulteriore prevenzione contro la peste suina africana, se effettuato in maniera corretta.

Ogni sospetto da parte di allevatori, cacciatori e Autorità di controllo venatorie deve essere immediatamente notificato al Servizio Veterinario competente per territorio, il quale deve adottare tutte le misure previste dal manuale operativo. La sorveglianza passiva è il metodo più efficace per il contenimento della malattia.

In allegato la mappa delle aree a rischio e di seguito il link del video informativo realizzato dall’EFSA:
https://www.youtube.com/watch?v=eyQ4t1wHl2M&feature=youtu.be

Allegato: Mappa delle aree a rischio in italia 2018

Per informazioni più aggiornate sullo stato di diffusione del virus visita: https://www.cia.tn.it/peste-suina-africana/