Richiesta dei giovani al Consiglio Regionale: gestione congiunta sui grandi carnivori

Giovani agricoltori temono per il loro futuro
Consegna del documento congiunto sui grandi carnivori – L‘Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (AGIA) di CIA Trentino e i colleghi del Südtiroler Bauernjugend (SBJ) hanno presentato ai Consiglieri regionali, mercoledì 19 ottobre presso la sala di rappresentanza del Consiglio regionale a Bolzano, il loro documento di sintesi sviluppato congiuntamente sul tema dei grandi carnivori. Numerosi parlamentari trentini e altoatesini sono venuti ad ascoltare le preoccupazioni dei giovani.

“Nel documento di sintesi entriamo in aspetti importanti che non riguardano esclusivamente l’agricoltura, ma includono anche aspetti culturali, turistici ed ecologici. Non volevamo solo criticare, abbiamo cercato di fornire suggerimenti costruttivi che dovrebbero essere implementati nel prossimo futuro”, spiega il presidente SBJ Raffael Peer all’inizio della consegna del documento.
Grandi carnivori come lupi, sciacalli dorati, orsi e linci si stanno diffondendo rapidamente nella regione alpina e stanno diventando una minaccia crescente per l’agricoltura di montagna, ma non è soltanto l’agricoltura di montagna ad essere in pericolo. Il paesaggio della nostra regione potrebbe avere un declino fatale per le generazioni future. I pascoli alpini sono invasi, le razze di bestiame si estinguono, decine di aziende vengono abbandonate, le specie vegetali vengono ridotte: tutto questo può accadere nel peggiore dei casi. La grande domanda che viene posta è: la politica interverrà in anticipo e impedirà che accada il peggio?
Anche le giovani albergatrici e i giovani albergatori condividono le preoccupazioni e le richieste dei giovani agricoltori.

Il documento congiunto è stato presentato e consegnato ai consiglieri regionali da Alessio Chistè, presidente di AGIA Trentino (terzo da sx) e dal presidente dei giovani agricoltori sudtirolesi SBJ Raffael Peer (terzo da dx).

Piano di gestione congiunto per l’intera regione alpina
Le richieste sono chiare: sono necessarie e urgenti basi giuridiche efficienti e coordinate, che consentano l’abbattimento di animali problematici e dannosi. Il numero esatto di lupi nella regione alpina deve essere correttamente registrato e archiviato in un database comune. “La trasparenza e il coordinamento nel riportare
il numero dei lupi e degli altri grandi carnivori dovrebbe giocare un ruolo importante, perché potrebbe risultare che la popolazione è ormai diventata troppo alta e ad esempio, a livello di popolazione alpina, il lupo non è più una specie in via di estinzione”, sottolinea Alessio Chistè, presidente di AGIA Trentino. Se si scoprisse che la popolazione fosse molto più alta di quella sancita dalla Direttiva Fauna-Flora-Habitat, lo stato di conservazione del lupo andrebbe modificato.

Un futuro da vivere per i nostri figli
I giovani non sono solo preoccupati per il presente, sono particolarmente preoccupati per il futuro. “Siamo preoccupati anche per il futuro dei nostri figli”, spiega il presidente SBJ Raffael Peer, “quando si sente un fruscio nel bosco, quando eravamo piccoli pensavamo fosse uno scoiattolo, ma ora arrivano alla mente gli attacchi del lupo. Vogliamo che anche i nostri figli possano giocare all’aria aperta e nel bosco, non vogliamo privarli di questa che è un’esperienza formativa caratteristica per il nostro territorio”.
Ogni anno in primavera e in autunno migliaia di animali vengono condotti in alpeggio. La transumanza, la tradizionale pratica pastorale della transumanza, è stata iscritta nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO nel 2019. “Questa cultura unica, che ci dà un senso di casa, non deve estinguersi”, sottolineano Raffael Peer (SBJ) e Alessio Chistè (AGIA).

Il presidente AGIA Trentino Alessio Chistè riporta le preoccupazioni dei giovani allevatori per il futuro della zootecnia di montagna e descrive le proposte dei giovani agricoltori dell’Euregio

Chiusura delle aziende e benessere degli animali
L’ultimo censimento agricolo ha mostrato che entro i prossimi dieci anni il 13,4% delle aziende agricole in Trentino e l’1,1% delle aziende agricole in Alto Adige saranno costrette a chiudere. Molte piccole imprese si guadagnano da vivere con pecore e capre e sono preoccupate per i loro animali. Lasciare gli animali nella stalla tutto l’anno non è un’opzione percorribile, perché il benessere degli animali è un’esigenza irrinunciabile per tutta la società. Ma con i grandi carnivori, allo stesso tempo, il bestiame in alpeggio non è più sicuro. Questa ulteriore difficoltà toglie motivazione ai giovani che vogliano rilevare un’azienda agricola o per continuare a gestirla, perché se tutta la fatica e l’impegno sono vanificati in una notte, la gioia di questo mestiere si trasforma in frustrazione.
“Mettere un animale sotto protezione è sempre più facile che revocarne lo status di protezione, dovremo fare i conti con la presenza dei grandi carnivori in futuro, ma questa non deve rendere impraticabile il pascolo in alpeggio degli animali allevati.”, concordano gli assessori all’agricoltura Arnold Schuler e Giulia Zanotelli. L’assessore trentino rimarca inoltre che “seppur l’articolo 16 della Direttiva Habitat permette l’allontanamento degli animali protetti che rechino danni alle attività economiche, come l’allevamento in montagna, si è dimostrato come l’applicazione di questo principio giuridico comporti conseguenze pesanti per i decisori politici a causa dell’estremismo protezionista di una piccola parte della società urbana.”

I numerosi Consiglieri regionali presenti alla conferenza stampa di consegna del documento congiunto

La situazione dal punto di vista turistico
Agricoltura e turismo lavorano a stretto contatto come partner: i contadini si prendono cura del paesaggio, gli ospiti e la gente del posto possono godere del paesaggio ben curato e dell’elevata biodiversità e utilizzare le malghe come luoghi di relax. È quindi impossibile pensare di introdurre in questo territorio i cani da guardiania, addestrati a proteggere il gregge con la possibilità che attacchino chi sta passeggiando sul pascolo.
Il tema dei grandi carnivori è ormai preoccupante per il grande pubblico, e anche i giovani esercenti e albergatori (HGJ) si sono posizionati sul tema dei grandi carnivori in Alto Adige: “Ogni alpeggio abbandonato dai contadini a causa dei grandi carnivori e delle numerose uccisioni di pecore e giovani bovini provoca il declino dell’allevamento di montagna e della cura del paesaggio alpino. Anche per il turismo questo è un grosso problema, perché i grandi carnivori sono in aumento e gli ospiti hanno paura di orsi e lupi. È quindi necessario che il legislatore intervenga”, spiega il presidente altoatesino di HGJ Daniel Scholzhorn nella sua dichiarazione, che ha trovato posto anche nel documento congiunto di sintesi.

Il grido di aiuto dei giovani
Infine è intervenuto il presidente del Consiglio regionale Josef Noggler: “Questa è una richiesta di aiuto dei giovani ai politici, si può vedere dai numerosi politici presenti che la richiesta di aiuto dei giovani viene ascoltata”.

RASSEGNA STAMPA:

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