Il Trentino visto dalle Donne in Campo Abruzzo

Pubblichiamo la versione integrale dell’articolo “Il Trentino visto dalle Donne in Campo Abruzzo”, uscito sul numero di ottobre della rivista Agricoltura Trentina

Sabato 1 settembre 2018 ore 6,00, inizia l’avventura in Trentino.
Un pulmino bianco, condotto da Massimiliano porta sei di noi, imprenditrici abruzzesi di Donne in Campo, nello splendido territorio montuoso del Trentino che ha saputo massimizzare ogni superficie coltivabile, anche la più impervia, donandola all’agricoltura non solo intensiva delle mele e dell’uva, ma anche a quella biologica di ortaggi, cereali antichi, piante officinali e vitigni antichi. Un’agricoltura Multifunzionale a 360 gradi!

Una esperienza unica ed arricchente non solo dal punto di vista umano ma anche professionale. Abbiamo conosciuto donne straordinarie, uniche per coraggio ed anticonformismo che hanno saputo recuperare un rapporto intimo con la natura e il territorio divenendo parte di esso. Abbiamo visto metodologie di lavorazioni antiche e strumenti antichi di lavoro essere recuperati dal passato e rivivere nell’attualità soddisfacendo bisogni sempre uguali dell’agricoltura: aratura, semina, raccolto, pulitura, macinatura. Abbiamo potuto conoscere un mondo agricolo caratterizzato da cooperative e cooperazione tra cooperative.

Il viaggio è stato lungo e faticoso ma ampiamente ricompensato dall’accoglienza di Chiara March, Presidente di Donne in Campo nel Trentino che, pazientemente, ci ha atteso sotto la pioggia per ore. All’arrivo Chiara ci ha portato a Sardagna, sul Monte Bondone, dove abbiamo potuto ammirare dall’alto la città di Trento circondata dalle Dolomiti, patrimonio Unesco. In serata Castel Campo, immersa nel bosco, velata dalle nebbie e dalla oscurità incipiente, ci ha introdotto in atmosfere da favola, nel castello della famiglia Rasini dove abbiamo alloggiato per tre notti. Marina Clerici, l’attuale proprietaria del castello è anche la titolare dell’azienda agricola biologica. Marina ha recuperato la funzione di rifugio comunitario del castello che, per secoli, aveva dato lavoro e protezione ai contadini della valle. Castel Campo è molto più di una azienda biologica ed è anche molto più di un castello. Marina ha aperto ed apre il castello ad eventi culturali, musicali, artistici ed organizza, aiutata dalle figlie, in collaborazione con associazioni internazionali, campi per bambini e famiglie.

Domenica 2 settembre, seconda tappa del viaggio l’azienda agricola biologica Al Masserem di Luigina Speri in Vallarsa.
Domenica, in località Vanza, vicino Rovereto, un suono di zampogne ha preannunciato l’arrivo di una coppia in costume tradizionale trentino. La coppia ci ha condotti musicalmente a piedi nel maso di Luigina ancora privo di acqua corrente. Luigina con la sua famiglia ha fatto una scelta di vita, è scappata dal caos della città per ritrovare sulla montagna, il silenzio, una vita antica a contatto con i ritmi lenti ma veri della natura. Coltiva ortaggi e piante officinali che vende a Rovereto, in consorzi e nella rete di Donne in Campo. Alleva galline, capre, insegna yoga ma anche il senso della vita e della natura accogliendo nel maso persone che provengono da tutto il mondo e che danno una mano in fattoria. Domenica, nel maso, un profumo di polenta ha invaso i nostri sensi. Luigina ci ha accolto nel suo maso in occasione di “Scampagnata in fattoria”, un progetto di Donne in Campo trentine che permette alle aziende di aprirsi alla comunità, ai turisti e alle famiglie facendo conoscere i prodotti coltivati. Un tavolo pieno di specialità del luogo, piatti realizzati con i prodotti dell‘azienda, venivano offerti ai turisti e ai partecipanti la scampagnata: polenta, zuppa di fagioli, pomodori, gulasch, insalata di farro ed orzo, strudel. Dopo l’ottimo pranzo ci attendevano i laboratori di lettura. Mentre i bimbi venivano intrattenuti nella tenda-laboratorio di lettura, ci siamo avviati per Trento.

Trento, città d’arte e natura, nella piazza principale abbiamo ammirato la fontana del Nettuno, abbiamo visitato il Duomo romanico di San Virgilio e il museo diocesano ricco di opere d’arte sacra.
E da brave turiste abbiamo concluso la serata in una nota birreria di Trento dove abbiamo potuto gustare altri piatti tipici.

Lunedì 3 settembre Castel Campo. Dopo due giorni di pioggia, Finalmente il sole!
Marina Clerici ci ha portato in visita nella sua azienda agricola biologica percorrendo a piedi i campi coltivati a mais, monococco e farro. La coltivazione avviene secondo metodi tradizionali, rigorosamente biologici con minime lavorazioni in modo che l’agricoltura ritorna ad essere quella di un tempo. Il mais cresce nell’erba medica che limita le infestanti nocive. Marina ha recuperato le macchine agricole antiche, alcune di legno e le continua ad usare: l’aratro, la macchina per la pulitura cereali x la svecciatura, la macina, adattando macchine moderne ad esigenze particolari (es. la trapiantatrice).

Arrivati davanti al Pacomio rimaniamo stupefatti: il Pacomio è la realizzazione del sogno di Marina, è il luogo dove Castel Campo diventa comunità, apertura verso l’altro ma anche rifugio nel proprio intimo. Raccontare è difficile perché sono sensazioni regalate dagli oggetti, dal legno che diventa struttura , casa , pavimento e tetto . Nel Pacomio ti accorgi che il ritorno alle origini è necessario per continuare a vivere, per continuare ad essere se stessi.

Nel pomeriggio abbiamo visitato siamo andati a visitare l’azienda agricola Ca’ de Mel di Cristiano Zambotti e Stefano Peterlana. È una azienda biologica specializzata in apicultura. Il miele, cibo degli dei, è il frutto di un lavoro ancestrale ed organizzato di una famiglia matriarcale di api. Abbiamo visto un’arnia all’interno di un gazebo di legno e vetro e noi tutte intorno ad ammirare e poi osservato l’estrazione dei melari e l’allontanamento delle api con un soffiatore. Questa azienda produce oltre al miele molti altri prodotti come aceto di miele, grappa al miele, candele, saponi, caramelle tutte a base di miele.
In quella occasione abbiamo conosciuto Luca che ci ha illustrato il mondo dell’associazionismo e del cooperativismo Trentino. Abbiamo toccato con mano gli effetti della rete delle Donne in campo nella vendita dei loro prodotti. Abbiamo sentito x la prima volta parlare di “Fuoco”, un innovativo progetto di turismo sociale sostenibile e di cooperazione di comunità: vecchie malghe in disuso sono state trasformate in strutture ricettive, masi di proprietà collettiva per creare produttività e ricchezza al territorio a cui i residenti si sentono molto legati. La cooperazione caratterizza la produzione di mele trentine e il mercato dei prodotti principali ed è anche un po’ lo spirito che si respira in tutto il territorio della Provincia Autonoma di Trento. Durante l’aperitivo cenato Luca ci ha parlato delle cooperative di comunità. La montagna ha fatto comprendere presto all’uomo l’importanza dell’unione delle forze. Essere gruppo per essere forti e competitivi nel mercato! Il mondo delineato è stato per noi di difficile comprensione perché in Abruzzo, esiste una concezione un po’ diversa dei consorzi e delle cooperative.
Su questo piano il Trentino ci ha mostrato un percorso da intraprendere dove le donne possono fare da apripista. Certo, dobbiamo imparare a combattere l’individualismo che è in noi ma la donna per natura è incline alla cura dell’altro, agli interessi della comunità.
Riscoprire la nostra forza, l’essere donna fino in fondo, può aiutarci a tutelare non solo gli interessi della nostra categoria di imprenditrici agricole ma il nostro stesso territorio. Siamo legati l‘un l’altro nella comunità in cui viviamo.

Martedi 4 Settembre sveglia con tristezza: ultimo giorno.
Si preparano le valigie e condiviso la colazione con Marina. È stato un momento molto intenso, ci siamo abbracciate affettuosamente e scambiati i numeri di telefono e ci siamo ripromesse di ritrovarci.
Penultima tappa: Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige accompagnate da Chiara March. Abbiamo visitato, accompagnate da una guida, alcune sale partendo da quelle dedicate alla agricoltura dove l’esposizione degli attrezzi agricoli seguiva il criterio temporale e funzionale alle attività agricole. Siamo entrate nella stanza del mulino, della fucina, della tessitura.
Abbiamo visitato la sezione dedicata all’alpeggio con un modellino raffigurante una malga, il terzo piano era dedicato ai riti dell’anno e tanto altro. Il museo molto grande di cui abbiamo visto solo una parte e prima di andar via la direttrice ci ha detto di essere in contatto e in collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo e ciò ci ha molto compiaciuto.

Ore 13, ultimo pranzo Azienda biologica Molino dei Lessi di Emma Clauser, un’azienda vitivinicola.
L’azienda di Emma è situata sulla collina di Sorni dove coltiva uve pregiate applicando il metodo della Permacultura. Mentre visitiamo il vigneto, rimaniamo incantati da Emma, una figura esile ma con un’energia, una determinazione, un amore nel coltivare pulito, a volte sperimentando anche piccoli vitigni senza alcun lavoro affidando tutto alla natura. In casa Daniela Frizzi ci ha accolte con i suoi manicaretti molto apprezzati da tutti noi. Una degustazione vegana dei prodotti Donne in Campo trentino. Intenso è stato anche il momento in cui abbiamo donato in regalo i nostri prodotti tipici abruzzesi provenienti dalle nostre aziende.

In conclusione:
Questo viaggio ci ha arricchito molto a livello umano, professionale e ha contribuito a creare una rete tra Donne in Campo di regioni si lontane ma con caratteristiche simili.
Il viaggio ha rafforzato l’amicizia tra di noi partecipanti creando il desiderio di ulteriori avventure.