Co.Di.Pr.A, un’importante realtà nazionale saldamente ancorata ai territori

Intervista ad Andrea Berti, direttore di Co.Di.Pr.A, ora chiamato a coprire ruoli nazionali in Asnacodi

Pubblichiamo la versione integrale dell’intervista uscita su Agricoltura Trentina 05/2020 a cura di Michele Zacchi

servizio cda codipra 2018 ©DanielePanato

Qual è la riflessione sull’esperienza trentina?

Se ritorno con il pensiero nel 2001, quando è partita questa avventura, perché di una propria e vera avventura si trattava, subito penso alle enormi difficoltà che il Consorzio stava vivendo. Ai tempi il bilancio e le condizioni di Co.Di.Pr.A. erano cosa ben diversa rispetto ad oggi: patrimonio inesistente e importanti problemi di credibilità con gli associati. Fortunatamente il ricordo cade anche sulle enormi potenzialità del sistema organizzato agricolo trentino e sul gruppo di amministratori con i quali abbiamo condiviso quei momenti complessi. Ma tutto il male non viene per nuocere, infatti, bisogna evidenziare che le estreme difficoltà di allora hanno permesso una determinazione ed un affiatamento eccezionale con i consiglieri “esperti” e con le organizzazioni, grazie all’impegno dei quali il Consorzio è cresciuto ed oggi è quello che conosciamo.

Un percorso che ha portato Co.Di.Pr.A. ad avere un bilancio più che in salute. Costante sviluppo negli anni, un conto economico che pareggia ad una cifra superiore agli 80 milioni di euro, crediti ed attività in ordine, patrimonio di quasi 13 milioni di euro e una dotazione dei Fondi di oltre 14 milioni di euro, sono alcuni esempi della solidità del Consorzio.

Co.Di.Pr.A. ha sempre dato supporto e attenzione ai progetti nazionali, non tralasciando le attività locali, sviluppando al massimo le garanzie, le condizioni e le tipologie delle polizze. La gestione del rischio a livello comunitario ha assunto sempre più carattere di priorità nella Pac ed una centralità rispetto alle logiche di sviluppo e di competitività delle imprese; l’obiettivo è stato quello di estendere le garanzie dalla semplice polizza grandine ad una soluzione che copre l’insieme delle avversità atmosferiche esterne ed ora, grazie al finanziamento dei fondi di mutualità, alle garanzie per i danni da fitopatie e della stabilizzazione del reddito. Questo determina l’esigenza di un nuovo approccio con ogni soluzione tecnologica innovativa nell’ambito dell’informatica, della ricerca, dell’evoluzione dei prodotti. Il Consorzio è capofila in due Partenariati Europei per l’Innovazione (C&A 4.0 e ITA 2.0) partecipati da Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Mach, Università di Trento e di Padova, collabora per il progetto Desmalf con la Fondazione Mach, con il progetto regionale per la polizza Prato-Pascolo con Eurac, ha attivato il cofinanziamento di una borsa di dottorato con l’Università di Trento e attivato il progetto del Portale del Socio. Questi sono solo alcuni degli esempi del grado di innovazione e della determinazione che ha contraddistinto Co.Di.Pr.A. nello sviluppo dei prodotti e processi della Gestione del Rischio. Non a caso il nostro territorio più volte in studi della Commissione Europea e di Università internazionali ai quali la Commissione ha dato incarico, è risultato fra i territori in evidenza a livello europeo.

Una effervescenza, permettetemi di dirlo, che deve essere trasportata anche al di fuori della nostra realtà provinciale.

Quali le novità introdotte a Trento? E perché?

Le novità introdotte nel settore della gestione del rischio nella nostra Provincia sono state sicuramente molte e di grande importanza, questo grazie al fatto che il nostro territorio ordinato è ben organizzato in tutti i settori e dispone delle migliori condizioni di base per lo sviluppo di soluzioni innovative articolate. Ad esempio, ai cambiamenti che sono stati portati dalla Politica Agricola Comune nel 2014, che tutti conosciamo e dei quali cito solo l’attivazione del PAI (Piano assicurativo individuale) che ha “sconvolto” le regole del gioco sino ad allora conosciute, è seguito un immediato cambio di approccio. Cambio che ha permesso, però, di cogliere nuove interessanti opportunità per le imprese agricole e non solo; un dato più di tanti altri può descrivere il livello di protezione raggiunto, nel 2017 a fronte della storica gelata, il sistema assicurazioni-fondi ha permesso il riconoscimento in favore degli agricoltori nella sola nostra provincia, di oltre 155 milioni di euro di risarcimenti; è difficile immaginare cosa potrebbe essere successo alle imprese ed alla comunità agricola senza queste misure.

Poi deve essere citato anche il Regolamento Omnibus, che ha introdotto importanti novità sul fronte della Gestione del Rischio: contributo per le polizze agevolate aumentato al 70% (era il 65%), soglia di accesso al danno abbassata al 20% (era al 30%), introduzione dei fondi e la possibilità di utilizzare indici/parametri per una più efficace tutela dei redditi.

Sempre supportati dalla base normativa, negli anni sono state molteplici le novità e le innovazioni che per primi in Trentino abbiamo attivato. Sicuramente tra queste meritano di essere citate le ultime in ordine temporale. Siamo stati in grado di introdurre e attivare nuovi Fondi per la stabilizzazione del reddito (Fondi IST – Income Stabilization Tool) per tutelare il reddito delle aziende zootecniche da latte e melicole (ndr dei quali abbiamo parlato anche sulla rivista) e un fondo fitopatie per indennizzare i danni causati da numerose malattie delle piante o insetti, in relazione a questi ultimi, stiamo chiedendo al Ministero dell’agricoltura la possibilità di coprire i danni causati dalla cimice asiatica, in accordo con quanto previsto dal Piano Cimice prontamente preparato dall’Assessorato all’agricoltura della nostra Provincia Autonoma di Trento.

In un mondo globalizzato che deve fare i conti con numerose problematiche (cambiamenti climatici, equilibri commerciali, introduzione di insetti alieni, ecc.) e specialmente in questo momento delicato e complesso, mi riferisco alla pandemia causata dal Covid-19, dobbiamo riuscire a mantenere saldo il timone delle imprese cercando di non perdere competitività. Su questo fronte la Gestione del Rischio è sicuramente una misura importante che le imprese hanno a loro disposizione per tutelarsi.

Come dovrà cambiare il mondo Co.Di.Pr.A. rispetto ad una realtà che è sempre più imprevedibile e in certi casi drammatica?

Gli eventi calamitosi eccezionali stanno facendo registrare una tendenza in crescita, basti pensare alle numerose emergenze climatiche degli anni scorsi, mentre la globalizzazione favorisce l’importazione di specie aliene nuove e la fluttuazione dei redditi delle imprese. Sicuramente nell’ambito di nostra competenza, ovvero quello della Gestione del Rischio, possiamo tranquillamente affermare che l’Italia gioca un ruolo da leader a livello europeo. Siamo una nazione che conosce e impiega numerosi strumenti di Gestione del Rischio a livello di eccellenza, è uno dei settori in cui l’Europa guarda con curiosità il nostro paese.

Per questo non possiamo che cercare di capire l’importanza dei cambiamenti in atto e di conseguenza agire. Cambiamenti che sono sempre più in grado di sconvolgere gli equilibri agricoli. In questo contesto difficile è necessario comprendere la necessità di far maturare una consapevolezza tra i diversi attori della filiera che spinga la nascita di un Piano di Azione nazionale al fine di contrastare queste continue emergenze in modo chiaro e compatto. La gestione del rischio dovrà sempre più essere considerata una misura coerente e sinergica assolutamente integrata con le azioni di tutte le organizzazioni agricole e del settore pubblico, che a vario titolo, per la valorizzazione dei prodotti, si occupano di mercato, interventi pubblici e strategici, misure finanziarie, supporto e consulenza agronomica…

Le nuove sfide dovranno trovare un equilibrio e dare risposte su scala nazionale, siamo negli ultimi due anni di programmazione e gli obiettivi del Piano Nazionale di Sviluppo Rurale con riferimento alla gestione del rischio non possiamo assolutamente considerarli raggiunti (l’85% delle risorse nazionali sono utilizzate da poche Regioni del nord Italia). Diffusione delle misure sull’intero territorio nazionale ed allargamento delle garanzie sono gli obiettivi minimi già definiti, in caso contrario sarà inevitabile la contrarietà delle Regioni del sud Italia al mantenimento del livello attuale di finanziamento della misura. E’ necessaria un’azione di responsabilità complessiva anche dei territori come il nostro, nell’ottica di favorire un sistema centrale che possa trasferire esperienze e soluzioni su scala nazionale ed a favore di tutti gli agricoltori italiani. Solo in questo modo il livello di protezione e di opportunità di cui godono gli agricoltori trentini potrà essere mantenuto in futuro. In questo progetto, sicuramente dovranno giocare un ruolo centrale Co.Di.Pr.A. e gli altri importanti Consorzi di difesa sparsi sul territorio nazionale.