Grandi carnivori: Cia Trentino, ora si ascolti allarme agricoltura di montagna

Nel giorno dell’addio a Andrea Papi, CIA Trentino esprime il suo cordoglio e la vicinanza alla famiglia e alla comunità tutta: questa tragedia non doveva succedere.

Da anni esiste il problema della convivenza con i grandi carnivori, che CIA Trentino porta sui tavoli di discussione da tempo, ricercando e proponendo soluzioni condivise.
Paolo Calovi, presidente di CIA Trentino, sottolinea la parola ‘equilibrio’: “il tragico evento occorso ha scosso l’intera comunità, chiama in causa le coscienze e l’intelligenza di ognuno, impone una riflessione condivisa, pubblica e non più rinviabile che noi chiediamo da sempre. Il problema dei grandi carnivori ormai non riguarda più solo le aziende agricole e l’agricoltura di montagna, già fortemente danneggiata, ma è sentito da tutta la popolazione, oggi riunita in questo inammissibile lutto. Fino ad ora le istituzioni nazionali ed europee sono sembrate sorde agli appelli lanciati, creando un senso di abbandono che ha fatto solo aumentare il disagio (basta ricordare la posizione di un Ministro che ha indossato una maglietta con la scritta ‘io sto con Papillon’ da noi ritenuta offensiva)”.
La compresenza simultanea di uomini e predatori non è incompatibile, ma nemmeno un dato di fatto da accettare come ineluttabile: è un fenomeno che in primis va osservato e analizzato, anche nelle sue connessioni con altre questioni che Cia Trentino ha a cuore e che sono conseguenza della presenza umana (tutela della risorsa idrica, cambiamento climatico, fertilità del suolo e cura del paesaggio fino ad alta quota, ecc).
Servono politiche di prevenzione e azioni decise, volte a tutelare chi lavora e vive in montagna, se necessario, anche intervenendo sulla popolazione selvatica con ogni metodo che si dimostri efficace.
Non possiamo dimenticare che “i grandi carnivori non conoscono confini, per questo non devono conoscerli neanche le norme di gestione: il problema non è solo Trentino, ma alpino, e va gestito in modo transfrontaliero e coordinato” sottolinea Alessio Chistè, presidente di AGIA (Associazione Giovani Imprenditori Agricoli di CIA Trentino). “Per questo l’ultima azione da noi intrapresa è di agosto 2022. Con i giovani agricoltori di Alto Adige (SBJ) e Tirolo (TJL) abbiamo redatto il documento congiunto sulla gestione dei grandi carnivori, che è stato presentato anche al Consiglio Regionale alla presenza dei due assessori provinciali all’agricoltura e successivamente inviato e discusso a Bruxelles”.
Consapevoli che la tematica non è banale e sempre di più polarizzata tra estremi che distraggono dal vero lavoro condiviso di gestione, essa merita di essere affrontata con cognizione di causa. Perché la montagna rimanga luogo vivo, in un territorio come il nostro, dove la confidenza di questi animali è arrivata a tal punto che si avvicinano alle zone urbane non temendo più l’uomo, la gestione della fauna selvatica, con particolare attenzione a orsi e lupi, deve essere imperativamente e da subito presa in mano, dando risposta a chi vive direttamente e quotidianamente questa situazione. Il grido dell’agricoltura di montagna ora riguarda tutti e continua ad alzarsi: convivenza non può significare costrizione, ma equilibrio tra necessità e bisogni di tutti i soggetti coinvolti, animali selvatici e domestici, popolazione e lavoratori delle terre alte.