Latte fresco: un prodotto e una filiera da difendere

Difendiamo il nostro latte fresco, le sue caratteristiche, la sua storia e la sua economicità

Comunicato stampa

La zootecnia italiana che produce latte sta vivendo un periodo piuttosto difficile. Da qualche tempo è in crisi ed ha rendite altalenanti in base a dinamiche di mercato che spesso non si è in grado di governare completamente.
In molte aree del nostro paese queste aziende sono però le uniche che riescono a resistere ed a mantenere un presidio territoriale determinante.
La loro sopravvivenza è legata alla qualità del prodotto che ha caratteristiche peculiari tali che difficilmente altre tipologie di aziende riuscirebbero a fornire.
Tra le produzioni di grande interesse troviamo i prodotti caseari sia stagionali che freschi, con le grandi eccellenze di prodotti di malga ed alpeggi. C’è però una parte molto importante del mercato che riguarda la vendita del latte fresco e del latte fieno.
Il latte che viene commercializzato con queste caratteristiche ha qualità organolettiche tali, che la normativa nazionale le ha tutelate fino ad oggi con molto rigore. Si tratta di una eccellenza italiana, unica in Europa, un vanto nazionale invidiato anche da altri paesi.

La preannunciata possibilità di aumentare la data di scadenza del consumo da 6 a 12 giorni, secondo Cia Agricoltori Italiani, andrebbe a sconvolgere il prodotto, le sue caratteristiche, la sua storia e la sua economicità.
Nel momento in cui la data del consumo aumenterà, i grandi gruppi industriali, che adesso devono rivolgersi alle aziende locali per rispettare le tempistiche molto stringenti, potranno tranquillamente rifornirsi da aziende estere che possono vendere il prodotto ad un prezzo molto più basso.
Le conseguenza sarebbero quindi devastanti per tutte le aziende zootecniche nazionali, ma particolarmente per quelle delle aree interne e montane. I quantitativi di latte che potranno quindi essere importati saranno tali che si rischia di cancellare una parte molto importante del tessuto imprenditoriale nazionale. I sopravvissuti dovranno adeguarsi a prezzi che ridurranno le aziende allo stato di sopravvivenza privandoli probabilmente della loro dignità.

Riteniamo quindi determinante evitare che la data di scadenza del latte fresco venga aumentata ed è fondamentale che rimanga immutata la legge a sua tutela.
Assistiamo ad un calo di consumi di latte, ma sicuramente questo è influenzato dalla situazione attuale e soprattutto è legato al crollo delle vendite nel canale Horeca (così come per molte altre produzioni). Tutti ci auguriamo che le restrizioni in vigore saranno limitate nel tempo e che quindi al suo termine le cose ricominceranno ad essere simili a prima. Viviamo una emergenza e come tale deve essere considerata. Diventa quindi incomprensibile una modifica legislativa di tale impatto solo per tentare di dare una soluzione tampone.

La preoccupazione di Cia Agricoltori Italiani del Trentino è condivisa anche a livello nazionale. Ci si è quindi espressi contro l’aumento del periodo di scadenza del latte fresco, già prima di Pasqua con la ministra Bellanova. La nostra contrarietà è stata ribadita anche nelle successive occasioni di confronto.
Riteniamo importante tutelare questo prodotto, le aziende che lo producono ed il territorio dove la zootecnia ha un ruolo di presidio.
Speriamo bene.

Trento, 18 aprile 2020