Rischio Legionella e acqua potabile a uso umano: cosa devo sapere?

La nuova normativa sulla gestione aziendale dell’acqua per agriturismi e laboratori di trasformazione

Approfondimento a cura di dott.ssa Manuela Malavolta, BioAnalisi Trentina Srl e ing. Nicola Zambon, esperto in valutazione del rischio degli impianti idrici ed aeraulici

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo n.18/2023 è entrata in vigore la nuova Normativa sull’Acqua Potabile, che recepisce e attua la Direttiva Ue 2184/2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano. Il “Decreto acque potabili” è entrato in vigore dal 21 marzo 2023 con l’obiettivo è garantire che l’acqua che beviamo sia sicura, priva di sostanze tossiche e agenti patogeni pericolosi, come ad esempio la Legionella, introducendo nuove regole e, attraverso la creazione di nuove figure di responsabilità, nuove procedure di controllo che assicurino la salubrità della filiera idro-potabile.

Tra i principali obiettivi di questa nuova legislazione ci sono la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione e assicurando che le acque potabili siano sicure da bere e da utilizzare, la garanzia di un livello elevato di protezione dell’ambiente, il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile in tutta l’Unione europea, la riduzione degli sprechi e il miglioramento dell’efficienza idrica.

Le novità più rilevanti rispetto all’ormai abrogato D.Lgs 31/01 sono:

l’obbligo da parte del Gestore della struttura di assicurare il mantenimento dei valori di potabilità, rispettati al punto di consegna, fino al punto di utenza all’interno della struttura (in particolare per i parametri Legionella e Piombo)

– l’introduzione di un soggetto Responsabile della Distribuzione Interna degli impianti (cosiddetto GIDI)

– la suddivisione degli edifici in strutture con differente grado di priorità per le quali vi è l’obbligo di effettuare Valutazione del Rischio dei sistemi di distribuzione idrica interna

– l’effettuazione di una Valutazione e Gestione del Rischio dei sistemi di distribuzione idrica interna per le strutture prioritarie in diverse forme;

– l’introduzione di nuovi parametri da monitorare (ad es. PFAS) anche la revisione di alcuni limiti di contaminazione.

I nuovi aspetti introdotti D.Lgs 18/23 indubbiamente impongono nuovi adempimenti anche agli operatori del settore alimentare, ai ristoratori, ai gestori di strutture turistico ricettive, per i quali è necessario strutturarsi per tempo anche a fronte di aspetti di tipo sanzionatorio non trascurabili. Ad es. l’art. 23 comma 1 prevede che nel caso in cui le acque fornite attraverso sistemi di distribuzione interni degli edifici non rispettino i requisiti di potabilità, il gestore della distribuzione interna rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 30.000 euro.

Parlando nello specifico di rischio legato alla Legionella, la principale novità introdotta dal D.Lgs 18/2023 riguarda l’inserimento nel nuovo allegato 1 Parte D dei limiti per i due parametri: Legionella, mai citata finora nella normativa sull’acqua destinata al consumo umano, e Piombo. Per quanto riguarda la Legionella la soglia di sicurezza è fissata a valori inferiori a 1000 UFC/l (unità formanti colonie per litro).

Il batterio Legionella è uno tra i patogeni più importanti trasmessi attraverso l’acqua. La Malattia del Legionario, più comunemente definita legionellosi, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila. Fattori predisponenti la malattia sono l’età avanzata, il fumo di sigaretta, la presenza di malattie croniche, l’immunodeficienza.

Negli ultimi trent’anni il numero di casi di legionellosi in Italia è aumentato costantemente, sebbene la legionellosi sia una malattia ampiamente sottostimata.

L’elevato numero di casi registrato evidenzia come la gestione dell’acqua negli edifici sia pubblici che privati sia spesso trascurata e come sia carente un’adeguata formazione dei gestori o degli amministratori degli edifici e dei tecnici del settore. In particolare, nel 2022 si è registrato quasi un raddoppio dei casi di legionellosi associati con strutture ricettive rispetto all’anno precedente. In Italia, nel 2022 sono stati notificati all’ISS complessivamente 3.111 casi di legionellosi, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente (Fonte: Istituto Superiore di Sanità – EpiCentro).

All’interno di edifici come le strutture turistico ricettive, la trasmissione della malattia all’uomo avviene attraverso inalazione di aerosol contaminato da Legionella, proveniente soprattutto da docce (soprattutto in presenza di soffioni incrostati), rubinetti di impianti idrici, vasche idromassaggio, fontane decorative, sciacquoni per WC inutilizzati per lunghi periodi di tempo, altre attrezzature, come idropulitrici, sistemi di irrigazione a spruzzo, sistemi di autolavaggio, ecc. non adeguatamente manutenuti, aventi condizioni di temperatura, presenza di biofilm e calcare, che favoriscono la sopravvivenza e la crescita del batterio.

È importante ricordare che Legionella cresce nei sistemi idrici a concentrazioni che possono causare infezioni quando:

  • la temperatura dell’acqua è compresa tra 20 e 50°C. È pertanto importante evitare che la temperatura dell’acqua calda scenda al di sotto di 50°C e che quella dell’acqua fredda salga al di sopra di 20°C.

  • il flusso nel sistema idrico è scarso o assente;

  • i materiali utilizzati favoriscono la formazione di nicchie protettive o il rilascio di nutrienti per la crescita e la formazione di biofilm, inclusi fanghi, incrostazioni, ruggine, alghe e depositi organici che possono accumularsi lungo le tubazioni del sistema e nei serbatoi d’acqua, in particolare durante i periodi di stagnazione;

  • l’acqua in ingresso è di scarsa qualità, non sottoposta ad adeguato trattamento di potabilizzazione, o è erogata con un regime di flusso intermittente.

La prevenzione delle infezioni da Legionella si basa essenzialmente:

  • sulla corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell’acqua e/o la sua nebulizzazione (impianti a rischio). Sono considerati tali gli impianti idro-sanitari acqua calda sanitaria e acqua fredda, gli impianti di condizionamento con umidificazione dell’aria ad acqua, gli impianti di raffreddamento a torri evaporative o a condensatori evaporativi, gli impianti che distribuiscono ed erogano acque termali, le piscine e le vasche idromassaggio

  • sull’adozione di misure preventive (manutenzione e, all’occorrenza, disinfezione) atte a contrastare la moltiplicazione e la diffusione di Legionella negli impianti a rischio.

Per quanto tali misure non garantiscano che un sistema o un suo componente siano privi di Legionella, esse contribuiscono a diminuire la probabilità di una contaminazione batterica grave.

Il documento che prescrive l’obbligo di fare prevenzione nei confronti della legionellosi è il testo delle Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi approvate in Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 7 maggio 2015, recepite nel 2016 dalla Provincia Autonoma di Trento con l’intento di aumentare l’intensità delle pratiche di prevenzione del rischio Legionella. Inoltre, per la tutela della salute dei lavoratori, è obbligatoria per legge la valutazione di questo rischio biologico in tutte le strutture in cui vi sia la potenziale presenza di Legionella (D.Lgs 81/2008 e s.m.i. in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).

Le linee guida 2015 citate, prevedono che la prevenzione del rischio legionella passi attraverso 3 passaggi fondamentali:

  1. Valutazione del rischio Legionella: effettuare un’indagine accurata da parte di tecnici esperti in materia delle caratteristiche strutturali dell’impianto idrico e aeraulico della specifica struttura, individuando i punti di rischio specifici della struttura in esame. Stesura del relativo documento di valutazione del rischio Legionella.

  2. Gestione del rischio: mettere in atto tutti gli interventi e le procedure volte a rimuovere definitivamente o a contenere le criticità individuate nella fase precedente

  3. Comunicazione del rischio: tutte le azioni finalizzate a informare, formare, sensibilizzare i soggetti interessati dal rischio potenziale (gestori degli impianti, personale addetto al controllo, manutentori, utenti delle strutture, ecc.).

All’interno di un piano di prevenzione della legionellosi che si basa sulla valutazione e gestione del rischio (specifica per ogni struttura valutata), non può mancare il monitoraggio analitico. Le analisi, effettuate con una certa periodicità secondo un piano di campionamento preciso, rappresentano il dato oggettivo sulla effettiva presenza o meno del batterio nella struttura oggetto di verifica. L’analisi non può essere l’unico elemento di prevenzione, ma è fondamentale per capire se le azioni attuate costantemente per contenere la Legionella siano efficaci oppure no.

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