Shopper, dal 2018 occorre esporle in fattura

Tali disposizioni non si applicano a chi usa sacchetti di carta, retine o cassette in legno.

Come è stato ampiamente pubblicizzato sui media e dai quotidiani locali dal primo gennaio 2018 è previsto l’obbligo di far pagare i sacchetti di materiale plastico o biodegradabile usati per contenere alimenti (es. buste di plastica usate neri reparti gastronomia e frutta e verdura dei supermercati).
Il settore agricolo non è esentato da tale obbligo e gli imprenditori, sia in regime Iva normale che speciale, che effettuano la vendita di prodotti non potranno più distribuire gratuitamente le buste di plastica. Esse dovranno essere prezzate equamente (si parla in questi giorni di importi da 2 a 7 centesimi iva inclusa) ed esposte distintamente in scontrino/ricevuta fiscale ed in fattura e assoggettate ad aliquota ordinaria del 22%.
Pertanto si invitano tutti i soci interessati a prestare attenzione nel fatturare tali prodotti accessori e a far adeguare i registratori di cassa.
A tale novità, che sta destando non poco scalpore, si aggiungono le pesanti sanzioni da 2.500 Euro a 100.000 Euro per le violazioni accertate.
Si attende un chiarimento da parte dell’Agenzia o del Ministero per il nostro settore, ma per ora la normativa è pienamente in vigore.
Tali disposizioni non si applicano a chi usa sacchetti di carta, retine o cassette in legno.